Campagna per la liberazione di Margherita Caminita

   HOME



Ammira la nostra collezione di querele, denuncie
ed
esposti alla Magistratura italiana !

 


 

L'Antimafia si fa cosi'!

 

ATTENZIONE!  NON si puo' fare di tutta l'erba un fascio.   NON si puo' delegittimare la Magistratura per colpa di qualche vagonata di casse di mele marce !



L'ANTIMAFIA SI FA COSI'!

 

All’ Ill.mo Sig. Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di Cassazione

Io sottoscritto Francesco Errante di Vincenzo e di Margherita Caminita, nato a Palermo il 18 Agosto 1969, e dom.to in ../...(Palermo),

PREMESSO :

1) che il 05 Marzo del 1999 feci ritorno in Italia dopo oltre un decennio di stabile e tranquilla residenza nel Regno Unito, per chiedere al Ministero degli Affari Esteri (vedasi all.1) di intervenire al fine di liberare mia madre da un’inaudita e quanto mai ingiustificabile condizione di privazione della sua liberta’ personale. Mia madre, Sig.ra Margherita Caminita nata a Palermo il g.01.02.1926 ma che sin dal 1990 risiede in Gran Bretagna, verso la fine del 1997 e nuovamente nell’ Aprile del 1998, e’ scampata, grazie al mio intervento, ad un reiterato tentativo di soppressione per mano del Servizio Sanitario Britannico che in quel periodo stava subendo una sostanziale ristrutturazione con massiccie privatizzazioni dei settori parasanitari. Mia madre era stata destinata per essere soppressa mediante l’uso latente di psicofarmaci volti a procurarLe inappetenza e disidratazione, cosi’ come e’ avvenuto per centinaia di altri anziani pazienti “difficili” o per meglio dire dispendiosi, deceduti nell’ambito di quello che in seguito sara’ noto nel Regno Unito come “lo scandalo dell’eutanasia involontaria”. E’ ormai assodato che vi fu’ un disegno politico volto a snellire il carico delle strutture pubbliche di ospitalita’ per gli anziani che il Governo britannico aveva da poco aperto al mercato della sanita’ privata e che pertanto dovevano rendersi piu’ appetibili ai colossi delle compagnie di assicurazione sanitaria private, come la Bupa Health Care, che ad essi mostravano interesse. Mia madre e’ tuttora trattenuta in Gran Bretagna contro la sua volonta’ e viene privata della sua liberta’ personale senza alcun titolo, per impedirLe di fare ritorno in Italia e testimoniare contro i suoi aguzzini e carcerieri e per impedirLe, inoltre, di testimoniare a mio discarico sulle accuse infamanti mosse contro di me nel tentativo di discreditarmi. A mia madre e’ impedito di aver contatti con chiunque possa aiutarLa a liberarsi o riferire sulla sua prigionia e/o volonta’ di far rientro a Palermo. E’ emblematico come non le sia apertamente consentito di ricevere visite e/o telefonate da parte di medici, legali, giornalisti e persino di Membri del Parlamento Europeo (vedasi all. 2) e tutto cio’ mentre la stessa goda della piena facolta’ di intendere e di volere, come peraltro riconosciuto in sede civile dal Tribunale di Palermo (vedasi all.3);

2) che nel Gennaio dell’ anno 2000, nel corso delle mie indagini ho intercettato e documentato il dirottamento all’estero dei pagamenti della pensione I.N.P.S. di mia madre, dandone prontamente notizia alla Procura della Rep.ca presso il Tribunale di Palermo, la quale nel Gennaio 2002 chiedeva di archiviare il procedimento ed a seguito di mia opposizione il G.I.P. riconosceva che fosse stato commesso un reato ma procedeva ugualmente all’archiviazione perche’, come si legge dal decreto d’archiviazione, “sono rimasti ignoti gli autori del reato ” (vedasi all.4);

3) che a seguito delle indagini sul dirottamento della pensione all’estero sono scaturite altre azioni legali, sia in sede penale che civile, che mi hanno portato all’ottenimento di numerosi documenti comprovanti l’attivita’ del Vice-Consolato d’Italia in Bedford, l’Ambasciata d’ Italia in Londra, il Vice-Consolato d’ Italia in Manchester, il Ministero degli affari esteri e l’Istituto Nazionale Previdenza Sociale volta a favorire le corrotte “Autorita’” britanniche a discapito della Connazionale Sig.ra Caminita e di me medesimo;

4) che sebbene nel corso degli anni io abbia raccolto numerose prove documentali e testimonianze, non per ultime quelle di mia madre stessa, fortunosamente raggiunta due volte al telefono, sulle attivita’ svolte in Italia ed all’ Estero da varii settori dell’ Amm.ne pubblica italiana, tendenti ad ostacolare il rientro della Sig.ra Caminita in Italia e contemporaneamente a danneggiare la mia immagine ed il mio decoro con infamie e falsita’ d’ogni genere ed abbia io mosso pesanti e circostanziate accuse a specifici individui, con mio stupore ho dovuto assistere, in compagnia di diversi amici dall’indiscussa competenza in materia di indagini e procedimenti penali, ad una sfilza di archiviazioni di procedimenti contro tutti quelli da me, di volta in volta, individuati e denunziati con tanto di prove documentali alla mano;

5) che nel corso di una delle mie tante opposizioni alle bizzarre richieste di archiviazione, fatte, quasi sempre, dallo stesso Sostituto Proc.re della Rep.ca presso il Tribunale di Palermo, tale ENNIO PETRIGNI, ho rinvenuto una nota interna (vedasi all.5) a firma dello stesso PETRIGNI, indirizzata al di lui collega Sostituto Proc.re della Rep.ca Alessandro Di Taranto, nella quale si legge: ”Per le tue osservazioni in ordine all’eventuale riunione del procedimento n. 1891/03 RGI con il proc. n. 13495/02 I, costituente l’unico procedimento pendente. Il sottoscritto ha - in passato - trattato vari fascicoli per denuncie sporte dall’ Errante per presunti maltrattamenti subiti all’ estero dalla madre. Ho ricevuto una relazione - su mia richiesta - dall’Ambasciatore d’Italia a Londra, che mi ha riferito dell’ insussistenza delle lamentele dell’ esponente, il quale e’ fuggito dall’Inghilterra, dopo essere stato cola’ condannato per maltrattamenti in danno della madre. Allego elenco precedenti” (vedasi all.6); Per la cronaca, i due procedimenti non furono mai riuniti ed io il 23.10.2003 risposi alla richiesta di archiviazione del procedimento n.1891/03 con un’opposizione ove facevo presente al Sig. G.I.P., che “il PM asserisce che la notizia criminis è palesemente infondata e non ha compiuto alcuna indagine”, ciò perché lo stesso è convinto ch’io sia fuggito dall’Inghilterra dopo essere stato cola’ condannato per maltrattamenti in danno di mia madre. Il PM PETRIGNI sostiene che questo gli sarebbe stato scritto dall’Ambasciata d’Italia a Londra, in una relazione da egli stesso sollecitata. Quanto riferito dall’Ambasciata è soltanto una deplorevole e calunniosa infamia facente parte dell’apparato diffamatorio iniziato dal Bedfordshire County Council, ma che ormai fa acqua da tutte le parti. Riservandomi, di intraprendere tutte le necessarie azioni legali contro chicchessia, a tutela del mio decoro, con la presente opposizione chiedo la prosecuzione (l’inizio per meglio dire) delle indagini preliminari nell'ambito del procedimento anzidetto con l’acquisizione di tutte le testimonianze gia’ offerte e con quella ulteriore di.... . Chiedo inoltre che vengano perseguiti d’ufficio i colpevoli dei ripetuti raggiri che sono stati posti in essere per indurre in inganno il PM nel corso delle sue indagini.” (frode processuale) Sempre per la cronaca, l’opposizione venne dichiarata inammissibile ed il G.I.P. non si preoccupo’ di verificare quanto avrebbe riferito l’Ambasciatore, sebbene io l’avessi vivamente contestato;

6) che incuriosito dall’esistenza della relazione dell’Ambasciatore d’ Italia a Londra e da quanto riportava il PM PETRIGNI, g. 18.10.2004 depositai presso l’archivio della Procura della Rep.ca una richiesta (vedasi all.7) per estrarne copia, ma la richiesta ritornava all’archivio il g. 19.11.2004 con la scritta: “non si autorizza” a firma del PM PETRIGNI (vedasi all.8);

7) che non potendo accedere alla relazione dell’Ambasciatore perche’ il PM PETRIGNI mi nego’ l’autorizzazione, feci fede su quanto riportato dallo stesso PM e come anticipato nella predetta opposizione sicuro di non aver mai riportato alcuna condanna in alcun paese estero, g. 13.01.2005 presentai una denunzia contro l’allora Ambasciatore d’Italia a Londra, tale Luigi Amaduzzi, per i presunti raggiri posti in essere per indurre il PM in inganno nel corso delle sue indagini, ove, tra l’altro, chiedevo l’acquisizione in copia della relazione fatta dall’Ambasciatore e diretta al PM PETRIGNI e di essere informato in caso di richiesta di archiviazione (vedasi all.9);

8) che con mio ancor piu’ grande stupore la denunzia contro Amaduzzi veniva poco dopo (g. 14.02.2005) archiviata come atto non costituente notizia di reato e non si dava neppure corso all’acquisizione nel fascicolo della copia della relazione dell’Ambasciatore sebbene io l’avessi richiesta (n.428/05 mod. 45) (vedasi all.10);

9) che vista l’archiviazione della mia denunzia a carico dell’ Ambasciatore, come atto non costituente notizia di reato e visto il rifiuto da parte del PM PETRIGNI di rilasciarmi una copia della relazione fattagli dallo stesso, iniziai a sospettare che il PM PETRIGNI avesse scritto qualcosa che non corrispondesse al vero. Cosicche’, g. 14.10.2005 chiesi al PM PETRIGNI di motivare il suo rifiuto di rilasciarmi copia della relazione dell’Ambasciatore Amaduzzi (vedasi all.11);

10) che alla mia richiesta il PM PETRIGNI, g. 17.10.2005, rispondeva in modo evasivo, inviando al fax dell’Avv. ******* una copia della mia richiesta con su scritto: ”Si precisa che la negazione dell’ autorizzazione riguarda la natura del procedimento iscritto nel registro atti non costituenti notizia di reato” (vedasi all.12);

11) che sicuro del mio diritto di entrare in possesso della copia della relazione dell’Ambasciatore, g. 20.10.2005 ho depositato una reiterazione della mia richiesta di copia della relazione dell’ Ambasciatore, avvisando il PM PETRIGNI che trascorso infruttuoso il terminie di 30 giorni avrei proceduto ai sensi dell’ 328 C.P. (vedasi all.13)

12) che giorno 04.11.2005 l’Ill.mo Sig. Proc.re della Rep.ca Agg.to, Dott. Pignatone autorizzava il rilascio della copia della relazione fatta dall’ allora Ambasciatore d’Italia a Londra (vedasi all.14) e con mio sconcerto presi atto che, sebbene l’Ambasciatore avesse cercato di gettarmi addosso quanto piu’ fango possibile, mentendo, insinuando, affermando cose false e tacendo le verita’ a lui scomode, lo stesso non ebbe mai a scrivere quanto invece sostenuto dal PM Petrigni nella sua corrispondenza col PM Di Taranto, anzi, l’Ambasciatore escludeva esplicitamente ch’io fossi stato condannato nella parte in cui dice: “ il signor Errante fuggi’ dalla Gran Bretagna nel Marzo del 1999, cio’ che - secondo il diritto britanico - ha impedito lo svolgimento del regolare processo a suo carico ” (Per la cronaca, io aggiungo dei processi e non del processo a mio carico. Infatti, sono 2 le accuse mossemi dalle corrotte Autorita’ britanniche per infangarmi: la prima, quella di aver causato delle lesioni dermatologiche a mia madre a causa di un "impropio metodo di lavaggio", STRANAMENTE proprio quando - documenti alla mano - erano i Servizi Sociali a lavarla !!! E la seconda accusa e’ che avrei minacciato di morte una interprete del Bedfordshire County Council per difendere proprio mia madre. E’ chiaro come le due accuse cozzino tra di loro. Esse, comunque, hanno dato origine a due processi a mio carico, distinti e separati, nei quali, guarda caso, mia madre e’ testimone a mia discolpa, ma allo scopo di non permetterLe di testimoniare il Bedfordshire County Council ha fatto del tutto per prospettarla al Tribunale di Luton, come non in grado di poter prendere parte ai miei processi. Il Tribunale Penale di Luton, sulla base di false dichiarazioni dell’accusa - non supportate dal ben che minimo straccio di certificati medici ed in assenza di pareri medici indipendenti - ha stabilito senza prima disporre una perizia da parte di un C.T.U., che la Sig.ra Caminita non potesse essere ammessa come teste per via delle sue condizioni mediche. Fu cosi’ ch’io ebbi la certezza che non avrei potuto aspettarmi dei processi giusti ed equi.)

13) che a seguito dell’ottenimento della corrispondeza tra l’allora Ambasciatore Amaduzzi ed il PM PETRIGNI, allo scopo di poter escludere che il PM PETRIGNI avesse potuto riportare, per errore, il contenuto di altra eventuale corrispondenza, in data 06.06.2006 ho inoltrato una nuova istanza (vedasi all.15) chiedendogli il rilascio di copia di eventuale altra relazione, fatta da chicchessia ed in possesso della Procura di Palermo, ove sia da qualche parte presente una asserzione che dica ch’io sia fuggito dall’Inghilterra dopo essere stato cola’ condannato per maltrattamenti in danno di mia madre. Ma a tutt’oggi, sebbene sia gia’ passato il termine di giorni 30, io non ho ricevuto alcunche’.

Tutto quanto sopra premesso,

E' a me, ormai, chiaro che il PM PETRIGNI, abusando della sua posizione e del suo potere, violando i doveri di chi ricopre una funzione pubblica, abbia:
A) persistentemente tentato, in piu’ occasioni, di impedirmi di avere accesso al fascicolo RGNR 925/02 allo scopo di celare il raggiro dallo stesso posto in essere ai danni del suo collega PM Dott. ALESSANDRO DI TARANTO nel corso delle sue indagini (RGNR 13495/02), volto a scoraggiarLo dal compiere ulteriori o piu’ approfondite indagini che avrebbero potuto portare a delle macroscopiche incongruenze con le sue conclusioni o per meglio dire con le indagini che egli avrebbe dovuto fare e non ha fatto ed in primo luogo e’ da rilevare come il PM PETRIGNI non abbia mai chiesto alla Sig.ra Caminita di riferire sui fatti oggetto delle mie denunzie di cui la stessa e’ parte lesa e come se cio’ non bastasse non ha dato neanche seguito alle mie richieste di incidente probatorio ove io ho sempre chiesto e mai ottenuto che la Sig.ra Caminita venisse ascoltata. Cio’ con grave pregiudizio dei suoi diritti e delle prospettive di un suo riottenimento della liberta’ personale;
B) archiviato la mia denunzia contro l’allora Ambasciatore Amaduzzi (vedasi all.9), come atto non costituente notizia di reato al solo scopo di impedire che la denuncia passasse per le mani del Giudice per le indagini preliminari e che si rilevasse o venisse fatto da me rilevare che a diffondere notizie false, altamente lesive del mio decoro e delle mie prospettive di successo giudiziario delle mie denunzie, fosse stato proprio lui;
C) omesso di chiedere la riapertura delle indagini sull’appropriazione indebita degli assegni dell’I.N.P.S diretti alla Sig.ra Caminita, sebbene nuovi ed importanti elementi a riguardo siano emersi dal contenuto del rapporto della Vice-Console Maria Lucia Corneli che l’Ambasciatore Amaduzzi ebbe ad allegare alla sua relazione e dal quale si evince chiaramente chi sia stato ad incassare all’ estero gli assegni della pensione della Sig.ra Caminita a sua completa insaputa.

Con riserva di costituzione di parte civile,

Chiedo

1) che si proceda per tutti i reati e/o illeciti disciplinari che dovessero emergere dalla superiore esposizione dei fatti;

2) di essere informato nel caso di richiesta di archiviazione ai sensi dell’art. 408 c.p.p.

Distintamente ossequia

Addi 10 Luglio 2006

Francesco Errante

Lettera della Procura Generale presso la Corte di Cassazione

Lettera del Consiglio Superiore della Magistratura

Repubblica 21 marzo 2002 pagina 4 sezione: PALERMO

La prescrizione cancella l' ultima inchiesta su Pizzo Sella, quella sui politici e gli amministratori che erano accusati di aver permesso lo scempio. L' inchiesta del pm Ennio Petrigni è stata una corsa contro il tempo, ma non è bastato: il dicembre del 2001 ha segnato l' ultimo termine e ha imposto allaProcura un' archiviazione per prescrizione. È stata firmata dal gip Daniela Galazzi. La decisione riguarda gli ex assessori, i capi ripartizione dell' Edilizia privata e i funzionari comunali che si alternarono fra il ' 78 e il ' 79: Sebastiano Purpura, Salvatore Inzerillo, Antonino Cardella, Giuseppe Pollaci, Diego Marino, Eugenio Cannata, Giuseppe Laudicina, Giuseppe Verace, Giuseppe Carpintieri, Giuseppe Tesoriere, Antonino Catalano, Renato Zappulla, Francesco Mosciaro, Francesco Cuttitta ed Ermanno Cascio. Erano tutti indagati per il reato di lottizzazione abusiva, accusati dalla Procura di aver dato il via libera, in commissione edilizia, alle concessioni per Pizzo Sella. Dopo vent' anni di denunce, era questo il capitolo più delicato di tutto lo scandalo: chi al Comune e in cambio di cosa aveva permesso la speculazione su Pizzo Sella? Correva il 1978: tutte le licenze, ben 314, furono assegnate a una sola persona, Rosa Greco, moglie del costruttore Andrea Notaro e sorella del «papa» della mafia, Michele Greco. Le indagini della Procura di Palermo e del Nucleo operativo dei carabinieri hanno già accertato le responsabilità di alcuni funzionari di Palazzo delle Aquile e degli imprenditori. Adesso si attende la sentenza della sesta sezione del Tribunale per la regia mafiosa di tutta l' operazione. Le 169 villette restano su Pizzo Sella, ormai confiscate definitivamente, in attesa di una decisione del Comune. Riutilizzazione a fini sociali o abbattimento? I proprietari, che ancora vi abitano, oppongono ricorsi di fuoco al tribunale civile. Intanto, però, gli ex amministratori finiti sotto inchiesta puntano a un' assoluzione piena. E hanno presentato ricorso in Cassazione contro l' archiviazione per prescrizione: «Compito della commissione comunale edilizia non era entrare nel merito delle pratiche - spiega uno dei legali, l' avvocato Giuseppe Gerbino - ma solo occuparsi del decoro delle costruzioni. E poi, sul ruolo degli amministratori si era già pronunciato nell' 89 il giudice istruttore di Palermo, escludendo qualsiasi responsabilità». -Salvo Palazzolo

MAFIA, PERQUISITE CASE DI CIANCIMINO IN TUTTA ITALIA Maxi perquisizione dall'alba di oggi della Dia di Caltanissetta, coordinata dalla Procura, nelle abitazioni di Massimo Ciancimino. Secondo quanto apprende l'ADNKRONOS, alle 6 di questa mattina, decine di agenti della Direzione investigativa antimafia si sono presentati nell'appartamento palermitano di Massimo Ciancimino, in quello di Bologna, in quello del suocero del figlio dell'ex sindaco di Palermo, ma anche dei fratelli, dell'anziana madre, e di altri parenti ma anche amici. Sembra che gli uomini della Dia fossero alla ricerca della fotografia del 'signor Francò, l'uomo dei servizi segreti che avrebbe svolto un ruolo importante nella cosiddetta 'trattativà tra lo Stato e Cosa nostra subito dopo le stragi del '92. In casa della sorella di Ciancimino, Luciana, che abita a Palermo, gli uomini della Dia hanno rinvenuto un manoscritto del padre, Vito Ciancimino, in cui si fanno i nomi di Silvio Berlusconi, Marcello Dell'Utri, degli imprenditori Bonura e Buscemi e di Pizzo Sella, la borgata nei pressi di Mondello dove sono state costruite decine di ville abusive. «Sono sereno -ha detto Ciancimino- e continuo ad essere a disposizione dei magistrati, avendoli io stesso invitati a cercare altro materiale». Sequestrati anche documenti e computer ritenuti «interessanti».

 

 

 

Querela del 02 Febbraio 2001

 

Trascrizione del testo denuncia-querela del 2 Febbraio 2001

 

L'anno 2001 il giorno 02 del mese di Febbraio alle ore 11:00 negli uffici del Commisariato di P.S.di Termini Imerese, innanzi al sotttoscritto, ufficiale di P.G. Ispettore XXXXXXX XXXXXXX, in servizio presso il suddetto ufficio, é presente Errante Francesco, in oggetto generalizzato, il quale per ogni effetto di legge dichiara : sono l'unico figlio, nonché legale rappresentante con procura generale, anche in caso di malattie mentali, della Sig.ra Caminita Margherita, nata a Palermo il 02-01-1926, in atto trattenuta contro la Sua volontá e completamente isolata da tutti nella Casa di riposo per anziani denominata "Rivermead" con sede in Kempston, Bedfordshire, Gran Bretagna.
Premetto che mia madre era stata ricoverata per una storta ad una caviglia ed una irritazione alla pelle, ma successivamente veniva trasferita contro la Sua volontá in una unitá di osservazione per malati mentali.
Mia madre si é trasferita in Gran Bretagna con me e la mia famiglia nel 1991, convivendo con noi fino al suo ricovero nel Marzo 1998. Da allora ho tentato in tutti i modi di far rilasciare mia madre dalla predetta struttura ma con nessun esito a parte quello di aver scatenato una vera e propria battaglia legale, seguita anche dai mezzi d'informazione inglesi (giornali), allego fotocopie dei ritagli del giornale Bedfordshire on Sunday ---
A.D.R. Mia madre viene trattenuta contro la sua volontá all'interno della predetta struttura e mi ha espresso anche telefonicamente, (dispongo della registrazione della telefonata e dei tabulati Telecom) oltrecché per iscritto tramite una lettera da Ella sottoscritta in presenza di un giornalista e che allego in fotocopia, ove inequivocabilmente, esprime la sua volontá di ritornare a casa sua, che a quel tempo era in Gran Bretagna mentre ora siamo tutti a Termini Imerese. A conferma di quanto dico ricordo che nel corso della telefonata avvenuta il 21 Agosto 2000, mia madre mi ha detto che visto che noi siamo tutti a Palermo vuole ritornare a Palermo o comunque, ovunque noi ci fossimo stabiliti.
Della vicenda si stanno interessando i medici dell'Organizzazione a tutela dei pazienti denominata "N.H.S. Exposed", tra cui figura la Dott.ssa Rita Pal, nota in Gran Bretagna per condurre una lotta contro la soppressione dei pazienti anziani o difficili.
Dal momento che devo affrontare le spese per consentire a mia madre di ritornare in Italia e comunque di uscire dalla struttura dove si trova, ho ritenuto di dover attingere a tutti fondi a mia disposizione tra cui la penzione di mia madre che per circa un anno non ho riscosso pur essendo Suo procuratore generale, ma con mia sorpresa, all'I.N.P.S di Palermo, sede di via Laurana, il Dott. Saverio D'Aleo, Capo della Sezione Pensioni, mi ha mostrato quanto aveva rinvenuto in un fascicolo contenente diversi fogli tra cui ricordo..........OMISSIS.
Tengo a precisare che mia madre non parla inglese se non poche parole, non é in grado di leggere l'inglese in nessun modo, non é in grado di leggere perché affetta da cataratte bilaterale e glaucomatosi avanzata, NON SOFFRE DI ALCUN DISTURBO MENTALE.
Dichiaro altresí che attraverso l'interessamento della Dott.ssa Rita PAL, é stato richiesto l'intervento dell'Ambasciata d'Italia a Londra, nella persona dell' Ambasciatore sig. Luigi Amaduzzi e dell'Attaché Scientifico Dott.Salvatore Aloj.
Dopo piú di quattro mesi di corrispondenza tra la Dott.ssa Pal ed il Dott.Aloj la stessa Ambasciata ometteva d'intervenire.

Chiesto sollecito intervento, indagine e sequestro documenti INPS.

 


 

RISULTATO ? Una bella ARCHIVIAZIONE !

MA ALMENO ABBIAMO OTTENUTO le copie di alcuni documenti falsi, prodotti dal Bedfordshire County Council e dal Vice-consolato d'Italia in Bedford che ci hanno permesso di presentare nuove querele !

E nel frattempo grazie agli elementi raccolti, giorno 20 Febbraio 2002 é stata presentata una RICHIESTA di RIAPERTURA delle INDAGINI relativa alla predetta archiviazione.
Riportiamo quí appresso lo stralcio della ratifica da parte dell'Uff. di Cancelleria :

 

Querela del 16 Luglio 2001, contro il Direttore Area Pensioni - Sede INPS di Palermo, Dott. Saverio D'Aleo.


Querela del 12 Novembre 2001, contro il Direttore Generale Sede INPS di Palermo, Dott. G. Russo, per l'aver questi reso dichiarazioni mendaci all'Autoritá Giudiziaria .


Istanza di INCIDENTE PROBATORIO del 12 Novembre 2001, con la quale si chiede che sia assunta la testimonianza diretta della Sig.ra Margherita Caminita, parte offesa e querelante via Procuratore Generale. - UN VERO e PROPRIO CAPOLAVORO d'INGEGNERIA GIURIDICA !


Querala del 12 Novembre 2001, contro la Vice-Console d'Italia in Bedford, Maria Lucia Corneli. per l'aver questi formato un passaporto falso intestato alla Sig.ra Caminita, allo scopo di favoreggiare i Servizi Sociali di Bedfordshire.


Esposto dell'11 Febbraio 2002, contro l'operato del Console d'Italia in Manchester, Marcello Cavalcaselle .

 


Querela del 09 Aprile 2002, contro l'Ambasciatore d'Italia a Londra, Luigi Amaduzzi per l'aver inteso diffamare col mezzo epistolare, Francesco Errante ed i suoi collaboratori.


Querela del 09 Aprile 2002, contro :


1) coniugi Gaetano ed Antonietta Tramunto, (Park View Lodge, Bedford) per sequestro di persona e riduzione in schiavitu' ai danni della Sig.ra Caminita Margherita.
2) Bedfordshire Social & Community Care (Servizi Sociali di Bedfordshire) per sequestro di persona e riduzione in schiavitu' ai danni della Sig.ra Caminita.
3) Bedfordshire Police per concorso esterno in sequestro di persona, riduzione in schiavitu' ,favoreggiamento e falso.
4)Lorenzo Losi, membro per la Gran Bretagna del Consiglio Generale Italiani all'Estero (COMITES), per concorso esterno in sequestro di persona, riduzione in schiavitu' e favoreggiamento.
5) Maria Lucia Corneli, Vice-Console d'Italia in Bedford, per concorso esterno in sequestro di persona, riduzione in schiavitu', favoreggiamento, omissione d'atti d'ufficio e falso.

 


 

Vita, morte e miracoli di 2 pezzi di merda 14 Gennaio 2003 - Denunziate alla Magistratura CLAUDIA CAGGIULA e MARIA LUCIA CORNELI, rispettivamente ex-Vice-Console ed attuale Vice-Console d'Italia in Bedford, dopo che l'I.N.P.S. (Istituto Nazionale Previdenza Sociale) di Palermo, messa alle corde in Tribunale, molla le prove del diretto e personale coinvolgimento delle due "primedonne", nel dirottamento dei pagamenti della pensione italiana della povera Sig.ra Caminita.

 

 

 


 

Esposto-querela del 21 Luglio 2001,

DENUNCIA della SPUDORATA ILLOGICITÁ !

12 LUGLIO 2001

 


 

Querela del 24 Luglio 2001,

contro il MINISTERO degli AFFARI ESTERI (italiano)

 

Trascrizione del testo

 

Alla Procura della Repubblica Italiana
presso il Tribunale di Palermo.

Io sottoscritto Francesco Errante di Vincenzo e di Margherita Caminita...
...unico figlio della Sig.ra Margherita Caminita e suo rappresentante legale, con procura generale e poteri persistenti anche in caso di malattia mentale,
espongo quanto segue :

 

Valga la presente denuncia-querela a tutti gli effetti di legge.

 

Il Ministero per gli Affari Esteri ha, sin dal 1999, deliberatamente omesso di prestare assistenza alla Sig.ra Caminita ed in particolare omesso di procedere a tutto ció che si evince nella lettera a me indirizzata dal Capo dell'Uff. Direzione Generale Emigrazione ed Affari Sociali e datata 11 Maggio 1999 (All.1) e principalmente il Ministero degli Affari Esteri, ha omesso di far sottoporre mia madre ad una accurata visita medica da parte di medici indipendenti dal Servizio Sanitario Britannico, come da me richiesto, al fine di accertarne le reali condizioni psico-fisiche della stessa, che veniva e viene tuttora trattenuta contro la sua volontá ed isolata al fine di non permetterle di testimoniare su come a Bedford U.K. si siano ammazzate dozzine di anziani .
A seguito dell'ottenimento di nuovi elementi probatori, verso la fine dello scorso anno 2000, la Dott.ssa Rita Pal dell'Associazione NHS-Exposed ha chiesto all'Ambasciata italiana in Londra di intervenire al fine di poter accertare le condizioni di salute mentale di mia madre . Anche questa rinnovata richiesta é state disattesa e sempre piú evidente si é fatta la volontá degli organi ministeriali di celare la veritá su mia madre .
L'Ambasciata ed il vice-consolato in Bedford hanno anche tentato di diffamarmi per scoraggiare la Dott.ssa Pal dal continuare a ricercare la veritá sul perché mia madre si trovasse in un condizione cosí anomala .
Il Ministero degli Esteri omettendo di farne accertare ufficialmente lo stato psico-fisico ha continuato ad impedire ch'io potessi dimostrare che la stessa fosse in grado d'intendere e di volere .
Il Ministero degli Esteri ostruendomi nell'ottenere gli accertamenti indipendenti sulla salute mentale di mia madre mi ha impedito di dimostrare che Bedfordshire County Council e i suoi associati la stessero, trattenendo illegalmente prigioniera ed isolata contro la sua volontá per ostacolare il corso della Giustizia .
Il Ministero degli Esteri in base a quanto riferitogli dall'allora vice-console Claudia Caggiula, era ben consapevole delle effettive condizioni di mia madre.
Dai documenti che ho ottenuto col mio primo ricorso alla Magistratura italiana e che si riferiscono al mese di Dicembre 2000 é chiaro che anche il nuovo vice-console Maria Lucia Corneli non abbia avuto dubbi sull'integritá mentale di mia madre e dal confronto con la predetta lettera del Ministero degli Esteri (All.1) si evince che il Ministero degli Affari Esteri fosse sempre stato a conoscienza delle sue buone condizioni psichiche .
Inoltre, é da notare che se la Sig.ra Margherita Caminita fosse stata realmente incapace il vice-consolato avrebbe dovuto interessare il Console Generale d'Italia a Londra per promuovere un procedimento di interdizione o inabilitazione a norma dell'Art. 31 del Decreto del Presidente della Repubblica del 05 Gennaio del 1967 nr.200 , ma questo non é stato fatto e ció comprova che il Ministero ha sempre saputo che la Sig.ra Caminita é capacissima d'intendere e di volere e che la sua permanenza in isolamento presso le strutture di BUPA Health Care é totalmente contro la sua libera volontá e quella dei suoi cari .
Ritengo che il Ministero degli Affari Esteri non possa esimersi dal riconoscere di essere sempre stato a conoscenza del fatto che la Sig.ra Margherita Caminita venisse tenuta isolata dal mondo con l'abuso di strumenti legali inglesi imperneati su una inesistente incapacitá mentale .
Ritengo che il Ministero degli Affari Esteri abbia tradito i suoi connazionali : mia madre, me e la mia famigli tutta .
Ritengo che il Ministero per gli Affari Esteri abbia taciuto per favorire o comunque proteggere, le attivitá illecite compiute in Inghilterra nell'ambito dei tagli alla spesa sanitaria e del controverso processo di privatizzazione del Servizio Sanitario Nazionale britannico.
Ritengo che il Ministero per gli Affari Esteri omettendo di far accertare le reali condizioni di mia madre abbia mancato di impedire (Art.40 C.P. ultimo comma) che la stessa continuasse a giacere ridotta in una condizione analoga alla schiavitú (Artt.600 & 604 C.P.).
Ritengo che il Ministero per gli Affari Esteri omettendo di far accertare le reali condizioni di mia madre abbia anche ostacolato il mio diritto alla Giustizia .
Ritengo che il Ministero per gli Affari Esteri, Bedfordshire County Council e i suoi associati abbiano confidato nel sopraggiungimento della morte di mia madre, sfortunatamente per questi galantuomini, mia madre é ancora viva ed io sono in possesso delle prove che ella non é demente e che gode pure di ottima memoria .
Ritengo che sia responsabilitá della Repubblica Italiana intervenire per mezzo dei suoi poteri sia Giudiziario che Esecutivo (Art.40 C.P.) per liberare e rimpatriare la Sig.ra Caminita .
Ritengo che oltre al nostro Codice Penale anche la Legge n.848 del 4 Agosto 1955 dia all'Italia gli stumenti legali per intervenire attraverso il Ricorso Interstatale, Art.31 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertá fondamentali .
Ritengo che la vita di mia madre sia comunque in pericolo e non é escluso che Bedfordshire C.C. e i suoi associati rifacciano quello che hanno fatto nel 1998, ovvero la inducano in una apparente condizione di deficienza della psiche con l'uso di sostanze chimiche, allo scopo di renderla inattendibile. Ora peró, questo strataggemma potrebbe soltanto dar forza al mio discorso ed un riverificarsi del deterioramento rapido delle condizioni mentali di mia madre in coincidenza di eventi processuali genererebbe non pochi dubbi e temo che Bedfordshire County Council possa, invece, decidere di sopprimere mia madre definitivamente nel tentativo di evitare che possa nuocere .
Ritengo che la vita di mia madre sia ora piú che mai in pericolo, visto che anche i miei appelli al nuovo Governo non hanno avuto alcun riscontro, forse perché lo stesso Governo Berlusconi avendo ardite intenzioni riformiste circa il Servizio Sanitario Nazionale italiano teme che l'opinione pubblica italiana possa essere turbata da un fatto simile .
Ritengo che anche il neonato Ministero per gli Italiani nel mondo abbia ignorare il mio appello .
Ritengo che di giorno in giorno cresca la lista di chi avendo od avendo avuto l'obbligo giuridico di salvare mia madre non é intervenuto o non interviene .

Chiedo


1.) che vengano disposte d'urgenza tutte le misure atte a determinare l'immediata liberazione ed il rimpatrio da viva di mia madre Sig.ra Margherita Caminita ;
2.) che venga disposto il sequestro del telex nr.1748 dello 06.04.1999 trasmesso dall'ex Vice-Console d'Italia in Bedford, Claudia Caggiula (codice mittente 2310705) e diretto al Ministero per gli Affari Esteri in Roma e di cui feci giá istanza di sequestro nella mia querela-denuncia del 06.04.2000 ;
3.) che venga acquisita agli atti una copia della registrazione della conversazione telefonica segretamente intercorsa tra me e mia madre il 21 Agosto 2001, disponibile sul sito internet www.margherita-caminita.com ;
3.) che venga ordinata la trascrizione del testo della conversazione e la sua traduzione giurata dal dialetto siciliano alla lingua italiana e che entrambi i documenti vengano messi agli atti ;
4.) che si indaghi a fondo su tutte le omissioni commesse dal Ministero degli Affari Esteri
e sulla condotta in merito a questa vicenda da parte dei Governi succedutisi dal 1998 ad oggi ;
5.) che si individuino tutte le responsabilitá e ne vengano puniti i relativi colpevoli ;
6.) che si tenga presente la mia manifesta volontá querelatoria anche per altri reati che potranno emergere dalle indagini .
7.) di essere informato su tutti i provvedimenti relativi alle mie istanze e su tutto quello che il Codice di Procedura Penale mi dá facoltá di poter sapere, ivi incluse eventuali richieste di archiviazione .

 

Riportiamo quí appresso lo stralcio della ratifica da parte dell'Uff. di Cancelleria :

24 LUGLIO 2001

CRIMINI IGNORATI sono CRIMINI PROMOSSI ed AVALLATI !

  

Le accuse del P.M. Dott. Luigi De Magistris:
"Ho scoperto una nuova P2"

di Francesco Viviano - 5 dicembre 2008
Salerno.
Le inchieste «Why Not», «Poseidone» e «Toghe Lucane», dovevano essere fermate ad ogni costo.

I personaggi a vario titolo coinvolti, erano «eccellenti» e «potenti».

C´erano politici, massoni, magistrati, imprenditori in odor di mafia e tanto altro. E su tutto questo ci fu anche il «silenzio» del presidente della Repubblica Napolitano, «nonostante avessi pubblicamente auspicato un suo intervento». Queste le accuse che il pm Luigi De Magistris, titolare di quelle inchieste ha consegnato ai colleghi di Salerno in numerosi interrogatori. Accuse che mercoledì scorso hanno portato al sequestro degli atti negli uffici di Catanzaro, provocando un terremoto, giudiziario ma anche istituzionale.

Le indagini su Mastella
Il 12 novembre 2007, quando non è più titolare delle inchieste, avocate dai suoi superiori di Catanzaro, De Magistris viene interrogato dai pm di Salerno e racconta: «Togliendomi "Poseidone" loro mi hanno voluto lanciare un messaggio per cercare di fermarmi. Ancora non sapevano del livello che avevano raggiunto "Toghe Lucane" e "Why Not". Allora hanno dovuto accelerare la mia richiesta di trasferimento cautelare e qui si innestano poi, evidentemente, anche delle sinergie istituzionali... E´ ovviamente inquietante il silenzio istituzionale sulla vicenda - per esempio - del trasferimento cautelare e in qualche modo sul coinvolgimento di Prodi e Mastella (indagati da De Magistris ndr)... Io credo che non si sia mai visto che un ministro della Giustizia chieda il trasferimento cautelare di un magistrato che indaga sul presidente del Consiglio di cui lui è ministro e che regge in modo determinante la maggioranza che è un po´ fragile, e soprattutto che chiede il trasferimento di chi sta lavorando in qualche modo su di lui. E il ministro Mastella lo sapeva benissimo delle intercettazioni che lo riguardavano direttamente... quindi vuol dire che necessariamente si è disposti anche a mettere sul tappeto il rischio di una rottura istituzionale sui rapporti tra esecutivo e magistratura o anche una rivolta dell´opinione pubblica o dei magistrati a fronte di un atto così grave...».

Il caso Prodi
Sempre nell´interrogatorio del 12 novembre De Magistris spiega le «accelerazioni» per togliergli le inchieste e trasferirlo ad altra sede. «L´accelerata era evidente, cioè loro dovevano fermare l´inchiesta e l´inchiesta "Why Not" e si comprende perché. Perché coinvolge in modo serio Romano Prodi con ipotesi di reato serie e sicuramente già accertate nei confronti di suoi strettissimi collaboratori, in particolare Piero Scarpellini, Sandro Gozi e che soprattutto lasciava intravedere un discorso molto interessante di riciclaggio di denaro dalla Calabria a San Marino, e i risultati che stavamo raggiungendo erano straordinari... stavamo entrando nel pieno coinvolgimento del ministro Mastella soprattutto sul discorso dei finanziamenti pubblici che lui otteneva. Per esempio attraverso la gestione de «Il Campanile», il giornale dell´Udeur a fini privatistici. Oppure i rapporti tra Mastella, il generale Poletti e il costruttore Valerio Carducci. Non solo, ma nell´indagine "Why Not" erano in corso accertamenti riservatissimi in collaborazione con la Procura di Reggio Calabria sull´omicidio Fortugno».

La massoneria segreta

«Le indagini «Why Not» - racconta De Magistris ai magistrati di Salerno - stavano ricostruendo l´influenza dei poteri occulti. In particolare si stavano ricostruendo i contatti intrattenuti da Giancarlo Elia Valori, Luigi Bisignani, Franco Bonferroni ed altri e la loro influenza sul mondo bancario ed economico finanziario. Elia Valori pareva risultate, dagli accertamenti preliminari che stavamo svolgendo con la massima riservatezza, ai vertici della massoneria «contemporanea». Elia Valori si è occupato spesso di lavori pubblici. Nel recente passato, agli inizi del 2000 ha trovato anche una sponda rilevante a sinistra, all´interno del governo D´Alema, in Marco Minniti. E si era anche interessato di telefonia, - settore in cui, come poi dirò, si è interessato anche il professor Francesco Delli Priscoli, figlio del pg della Cassazione Mario (che aveva promosso l´azione disciplinare nei confronti di De Magistris ndr). Non posso però non tenere conto dei seguenti elementi, pur se non si volesse mettere in discussione onestà e serenità di giudizio delle persone elencate: sul vice presidente del Csm, Nicola Mancino (che presiede la sezione disciplinare che dovrà giudicarmi) che ha già fatto intendere in una intervista che avrei violato il codice etico della magistratura, del consigliere togato, Fabio Roja, del giudice Luerti attuale presidente dell´Anm che ha stretti rapporti con la Compagnia delle Opere».

Tratto da:
la repubblica


Ho scoperchiato una nuova P2

di Antonio Massari - 5 dicembre 2008
Negli atti di «Why Not» - quelle sequestrate dalla procura di Salerno, e «risequestrate» dalla procura di Catanzaro - ci sarebbero le carte della «nuova P2». È questa la versione di Luigi de Magistris, ascoltato dai procuratori di Salerno, dinanzi ai quali, il 28 dicembre 2007, fa nomi e cognomi: «Le indagini Why Not stavano ricostruendo l'influenza di poteri occulti (&) in meccanismi vitali delle istituzioni repubblicane: in particolare stavo ricostruendo i contatti intrattenuti da Giancarlo Elia Valori, Luigi Bisignani, Franco Bonferroni e altri, e la loro influenza sul mondo bancario ed economico finanziario». E proprio Valori sarebbe ai vertici di questa organizzazione occulta.
«Giancarlo Elia Valori - dice De Magistris - pareva risultare ai vertici attuali della "massoneria contemporanea" e Valori s'è occupato spesso di lavori pubblici». Nel verbale, l'ex pm di Catanzaro, tira in ballo anche il governo di centrosinistra guidato da Massimo D'Alema: «Nel recente passato (Valori, ndr) ha trovato anche una sponda rilevante a sinistra, dentro il governo D'Alema, in Marco Minniti, ritenuto il "braccio destro" del Presidente del Consiglio dei Ministri». In altri passaggi (di ulteriori verbali) De Magistris specifica che su Minniti stava «svolgendo accertamenti delicatissimi e riservatissimi». Ma tornando a Valori, De Magistris va oltre, tracciando prima un collegamento con il figlio di Mario Delli Priscoli, l'ex procuratore generale della Corte di Cassazione che l'ha incolpato. Il tutto parte dal business della telefonia: «Valori s'è occupato del programma Blu - oggetto di accertamenti nel procedimento Toghe Lucane (inchiesta condotta sempre da De Magistris, ndr). Blu era interessato anche alle licenze Umts ossia il sistema che unisce telefonini e servizi internet, per le quali si è scatenata una "guerra di lobby". Le cinque licenze vennero poi assegnate da un comitato di ministri presieduto da Massimo D'Alema». E una di quelle licenze, conferma la procura, fu affidata proprio alla Blu. La vicenda s'intrica ulteriormente con il legame tra Valori e Giancarlo Pittelli, senatore del Pdl, indagato da De Magistris e anch'egli in odore di massoneria. I pm di Salerno scrivono che «Valori ha ricoperto le cariche di presidente di "Torino Internazionale", società per la quale Pittelli ha emesso fatture per un ammontare di 269.380 euro, per prestazioni consulenziali oggetto d'indagini in Why Not».
Anche Luigi Bisignani, che De Magistris indagò in "Why Not", compariva nell'elenco della P2, «con il numero di tessera 203», scrivono gli inquirenti, puntualizzando che Bisignani ha però sempre negato. «Bisignani - continuano i procuratori di Salerno - risulta aver riportato una condanna a 3 anni e 4 mesi per maxi tangente Enimont». Infine, il terzo nominativo fatto da De Magistris, Franco Bonferroni, viene descritto dai pm di Salerno come «altro indagato eccellente» dei procedimenti Poseidone e Why Not: «Consigliere di Finmeccanica», scrivono i pm salernitani, «dei cui illeciti interessi in Calabria ha riferito De Magistris (&)». Il 18 settembre 2008, inoltre, De Magistris dichiara alla procura di Salerno: «L'ipotesi investigativa sulla quale avevo raccolto gravi indizi è quella sull'esistenza di una gestione illegale e anche occulta di settori rilevanti delle istituzioni, con radici in Calabria e ramificazioni in tutto territorio nazionale. Una sorta di nuova P2, per essere sintetici, e sul punto posso offrire ogni eventuale utile approfondimento che mi verrà richiesto». «Un'ipotesi investigativa», aggiunge, sulla quale non gli è stato «consentito di condurre a termine».

 

GIOVEDÌ 12 NOVEMBRE 2009
Dove era arrivato Luigi de Magistris nell'agosto 2008, dove è arrivata la Procura di Catanzaro a novembre 2009
http://toghelucane.blogspot.com/2009/11/dove-era-arrivato-luigi-de-magistris.html
Il primo personaggio ad invocare provvedimenti disciplinari a carico di Luigi de Magistris fu l'allora Procuratore Generale presso la Suprema Corte di Cassazione, Mario Delli Priscoli. Ed ecco qualche interessante notizia, ammesso che ce ne fosse bisogno. Mario Delli Priscoli – ricostruiscono i giudici di Salerno sulla base delle dichiarazioni rese da De Magistris - è padre di Francesco Delli Priscoli, professore universitario già consulente del Consiglio dei Ministri (governo D’Alema); già interessato alle licenze Umts – il sistema che unisce telefonini a servizi internet – per le quali si era scatenata una vera e propria “guerra di lobby” oggetto di investigazione dell’inchiesta Why Not e in parte anche di Toghe Lucane; già professore di informatica, settore sempre al centro del procedimento Why Not e, secondo quanto riportato su internet, presente all’interno di stage insieme alla suddetta CM sistemi, riconducibile alla Bruno Bossio e Antonino Saladino. Tutti e tre, Adamo compreso, indagati da De Magistris. Interrogato dai giudici di Salerno è lo stesso De Magistris a ricordare di aver letto, sempre navigando su internet, “di accertamenti che furono fatti, con riguardo all’omicidio di Simonetta Cesaroni in Roma alla via Poma, anche nei riguardi di Francesco Delli Priscoli. Ho potuto leggere – spiega – che uno dei magistrati che si occupò della vicenda pare (non so quanto letto corrisponda al vero) sia stato il dott. Settembrino Nebbioso (attuale capo di Gabinetto del ministro della Giustizia Alfano e in rapporti stretti con Saladino), che ha poi ricoperto per tanti anni un ruolo apicale all’interno del Ministero della Giustizia e che risulta avere contatti d’interesse con magistrati con riferimento all’inchiesta Toghe Lucane e che se non vado errato, risulta anche tra i nominativi delle persone rinvenute nelle perquisizioni all’indagato Antonio Saladino”. Da accertamenti risulterebbe ancora che l’Università La Sapienza di Roma, presso la quale il prof. Delli Priscoli insegna, ha ottenuto “grazie al suo contributo”, “ingenti finanziamenti pubblici, anche da parte dell’Unione Europea per oltre 8 miliardi di lire”. “Taluni di tali progetti – spiegava ancora De Magistris – mi consta siano stati svolti anche in collaborazione con la società Alenia del gruppo Finmeccanica (nel cui Consiglio di Amministrazione vi era anche Franco Bonferroni, indagato per gravi reati nelle inchieste Poseidone e Why Not)”. Ancora, Delli Priscoli avrebbe insegnato nell’ambito di corsi organizzati dallo stato maggiore della difesa in convenzione con il Cnr (istituto nel quale era impiegato il fratello di Romano Prodi, già indagato in Why Not) e lavorato su progetti in collaborazione con la Deutsche Telecom, società per la quale presta servizio Maurizio Poerio, anche lui personaggio di primo piano nelle inchieste Poseidone e Why Not. Non solo. Il Delli Priscoli avrebbe anche lavorato “presso la società Telespazio, del gruppo Finmeccanica (“una delle principali fonti di finanziamento della società Global Media, il polmone finanziario (anche di illecita natura) dell’Udc”, che partecipa “al progetto Galileo al quale era interessato anche Maurizio Poerio”. Tornando alla telefonia, Francesco Delli Priscoli, era fra i consulenti del Governo (Primo Ministro Giuliano Amato) per la valutazione dei partecipanti alla gara per l'assegnazione delle licenze UMTS. Gara da cui venne “prematuramente” escluso il Consorzio Anthill e che vide l'altrettanto inopportuna ritirata della BLU s.p.a. in cui un ruolo di spicco (all'epoca) era rivestito da Giancarlo Elia Valori. Il ritiro della BLU comportò l'immediata fine dell'asta al rialzo ed un conseguente “mancato introito” per lo Stato Italiano stimato fra i 15 ed i 20 mila miliardi di lire. Proprio dalla dichiarazione di fallimento del Consorzio Anthill per un “imprecisato residuo debito” (così recita la sentenza del Tribunale di Matera – Presidente del Collegio la D.ssa Iside Granese) nasce la denuncia/querela da cui scaturirà l'inchiesta “Toghe Lucane”. Si scoprirà che la D.ssa Granese non poteva “occuparsi” del Consorzio Anthill, la D.ssa Rosa Bia (relatrice) era stata “messa in mora” dal CSM e non poteva occuparsi di Cause Civili a Matera, il Dr. Attilio Caruso (Presidente del Consorzio Anthill e Presidente della Banca Popolare del Materano) aveva avviato trattative per vendere il Consorzio Anthill alla Telecom Italia mentre era in corso la Gara Umts (operazione illegittima ed illecita costituente turbativa d'asta). Risulta sempre più evidente che su “Toghe Lucane” si gioca la partita più importante della storia repubblicana. I diciannove procedimenti penali a carico di alcuni magistrati materani, incardinati presso la Procura di Catanzaro chiariranno molti interrogativi e, forse, qualche antico delitto.